Riccardo Muti e l'Orchestra giovanile Cherubini in tour in Italia
18 luglio a Pompei, 20 a Lucca, 22 a Ostuni, con studenti dei Conservatori italiani
Pompei, Lucca, Ostuni. Riccardo Muti porta la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, insieme agli studenti dei Conservatori italiani, in tre città simbolo della storia e della cultura nazionale per un progetto che mette al centro i giovani musicisti e il valore della musica come patrimonio condiviso. Il 18 luglio all'Anfiteatro degli Scavi di Pompei, il 20 luglio in Piazza Napoleone a Lucca nel contesto del Lucca Summer Festival e il 22 luglio all'Arena Bianca (Foro Boario) di Ostuni, il progetto prende forma con la volontà di affidare la grande tradizione musicale del Paese alle nuove generazioni e inserirla in spazi che ne rappresentano in modo emblematico l'identità. Il programma musicale riflette pienamente questo percorso. Riccardo Muti ha scelto, infatti, di portare fuori dai teatri il grande repertorio sinfonico-operistico italiano: Giuseppe Verdi apre e chiude idealmente i concerti con le ouverture dal Nabucco e dalla Forza del Destino. Al centro si collocano gli Intermezzi da Manon Lescaut di Giacomo Puccini, da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, affiancati dall'Ouverture del Guglielmo Tell di Gioachino Rossini e da Contemplazione di Alfredo Catalani, insieme alla suite dal Gattopardo di Nino Rota. "Il mio invito è rivolto all'Italia più bella, perché riempia i suoi luoghi storici e li viva attraverso la cultura - afferma Riccardo Muti -. Ho voluto che i musicisti della mia Orchestra Giovanile Luigi Cherubini lavorassero fianco a fianco con gli studenti dei Conservatori, senza distinzioni, perché la musica si impara soprattutto condividendo. Suonare insieme significa ascoltarsi, rispettarsi, assumersi una responsabilità comune. Abbiamo scelto pagine di compositori che hanno dato all'Italia una voce riconoscibile nel mondo. Verdi, Puccini, Rossini, Mascagni, Leoncavallo, Rota, Catalani non sono soltanto grandi nomi della nostra storia musicale: sono parte di una civiltà che ha saputo esprimere bellezza, pensiero e profondità. Questa musica ci ricorda che l'Italia ha avuto, e può continuare ad avere, un ruolo fondamentale nella costruzione di una coscienza culturale condivisa. La cultura non deve essere riservata a pochi, ma appartiene a tutti. Credere nella musica, oggi, significa credere nel futuro del nostro Paese".
(Y.Berger--BBZ)