Berliner Boersenzeitung - Aleotti, Europa scelga di stare dalla parte delle imprese

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Aleotti, Europa scelga di stare dalla parte delle imprese

Aleotti, Europa scelga di stare dalla parte delle imprese

'Per fortuna l'Italia è dalla parte giusta della scelta'

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"Nel mondo il nostro settore marcia a velocità diverse. Da una parte la deregulation di Usa e Cina, dall'altra un'Europa condizionata dalla burocrazia. Per questo penso che l'Europa debba decidere cosa vuole essere: un continente di produzione e che attrae talenti e non li fa fuggire o qualcos'altro? La scelta deve essere chiara e deve stare dalla parte dell'industria farmaceutica e tutelare la proprietà intellettuale". Lo ha detto Lucia Aleotti, vicepresidente di Confindustria, al convegno di Farmindustria a Pisa su 'Innovazione e produzione di valore. L'industria farmaceutica: un patrimonio che l'Italia non può perdere'. "Soltanto l'Europa - ha aggiunto - ha varato una norma che individua le imprese farmaceutiche come i principali soggetti inquinanti, nonostante da molti anni abbiamo impianti efficaci di depurazione per le nostre produzioni: stiamo parlando di 12 miliardi di euro di costi in un anno che ricadranno sulle industrie. Usa e Cina intanto allungano proprietà intellettuale e allocano importanti risorse per incentivare sviluppo e ricerca, mentre in Europa combattiamo con la burocrazia. Abbiano davanti quindi sfide importanti e per fortuna l'Italia è dalla parte giusta della scelta, conduce battaglie in Europa in questa direzione e speriamo che questa azione italiana coinvolga tutte le forze politiche perché il nostro continente sta perdendo pezzi importanti di economia". Infine, Aleotti si dice preoccupata per il fatto che "l'Europa non riesca a liberarsi dell'ombra di se stessa: va bene la lotta ai cambiamenti climatici ma questi obiettivi finora sono stati declinati in modo quasi sovietico sempre sulle spalle delle imprese senza tenere conto della competizione globale e così rischiamo un indebolimento complessivo delle industrie europee soprattutto rispetto a giganti economici come Cina e India che continuano a utilizzare il carbone per la crescita economica". "Questo - conclude la vicepresidente di Confindustria - rischia di rendere i sacrifici europei del tutto inutili e di penalizzare gravemente il sistema industriale del nostro continente rispetto alla competitività globale".

(G.Gruner--BBZ)