Berliner Boersenzeitung - Vista per la prima la struttura di una stella morente

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Vista per la prima la struttura di una stella morente
Vista per la prima la struttura di una stella morente

Vista per la prima la struttura di una stella morente

Osservati gli strati interni

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Osservata per la prima volta la struttura di una stella morente, poco prima della sua esplosione in una supernova. Quella che gli astronomi hanno descritto sulla rivista Nature è una struttura a gusci concentrici, ognuno dei quali fatto di elementi pesanti. La ricerca, che per la prima volta mostra fenomeni finora solo ipotizzati, è stata coordinata da Steve Schulze, dell'americana Northwestern University, con la partecipazione dell'italiano Mattia Bulla, di Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Istituto Nazionale di Astrofisica. "Questa è la prima volta che vediamo una stella che è stata essenzialmente spogliata fino all'osso. Ci mostra - ha detto Schulze - come sono strutturate le stelle e dimostra che le stelle possono perdere molto materiale prima di esplodere". Le stelle sono grandi sfere di gas leggeri, la cui stessa gravità li spinge a compattarsi sempre più fino a raggiungere una densità tale da indurre la fusione e generare così elementi più pesanti. Un meccanismo che va avanti per milioni o miliardi di anni e che porta alla formazione, attorno alle stelle con masse tra 10 e 100 volte quella del Sole, di veri e propri strati concentrici di materiali leggeri all'esterno e sempre più pesanti all'interno. Tutto ciò prosegue fino a che il bilanciamento tra energia prodotta dalla fusione e gravità non collassa e la stella esplode con violenza. Poco prima che ciò avvenga alcune stelle si 'spogliano' degli strati più esterni di idrogeno residuo rivelando gli strati più interni di elio o carbonio e ossigeno. Ora le nuove osservazioni hanno permesso per la prima volta di vedere uno strato ancora più profondo, quello in cui sono presenti silicio e zolfo. Qualcosa che nessuno aveva mai osservato finora: "talmente strano che abbiamo pensato di aver sbagliato", ha detto Adam Miller, coautore dello studio. "Questa stella - ha aggiunto - ci sta dicendo che le nostre idee e teorie su come si evolvono le stelle sono troppo limitate. Non vuol dire che i nostri libri di testo siano sbagliati, ma certamente non catturano appieno la complessità di quel che avviene in natura".

(T.Burkhard--BBZ)